Corrado Bonomi
09/02/199002/05/1989 - 10/06/1989
Sede della Regione Piemonte - Torino
a cura di Massimo Melotti
Impercettibilmente, come sempre accade quando si vive un fenomeno di cambiamento, muta il nostro modo di percepire e, poi, di intendere. Muta ancor di più oggi., passandoci sulla pelle, nella società della comunicazione dove si è perso il linguaggio "privilegiato" e dove imperversano, in una nuova babele, linguaggi accomunati e, in fin dei conti, insignificanti. Se ciò costituisce oggi il segno dei tempi, a maggior ragione il problema si pone per chi del linguaggio espressivo ne fa la propria arma in un eterno equilibrio o disequilibrio fra idea e estetica. Nel mondo dei messaggi di massa l'artista, di fatto perdente, corre il rischio di un soffocamento tanto è grande l'accavallarsi dei messaggi, tanto è violento e subitaneo il consumo di questi.
Non vi è che la sfida: nel tentare modelli espressivi ancor più violenti o percorrere strade in cui l 'intreccio dei segnali proposti ci riconduca dalla "vertigine" nell 'accezione data da Caillois, alla seduzione, alla scoperta dell 'intrigo o del mistero che cela l'opera d'arte. Artisti come Damien Hirst, Kiki Smith o Paul McCarthy, per citarne alcuni, ne sono i più attuali esempi; per altri, che si possono ascrivere nella stessa tendenza, il gioco della seduzione del linguaggio diviene più complesso e sottile, mascherato spesso dal piacere del fraintendimento o dal recupero di mondi infantili o di compiacimenti lucidi. Fra gli artisti italiani Corrado Bonomi tenta, in questo senso, una propria rappresentazione per immagini del mondo che, oggi, noi percepiamo: un mondo reinventato ma, nello stesso tempo, veritiero, fatto di materiali di consumo, di segnali, di codici banalmente quotidiani come un orario ferroviario. Lo straniamento è la cifra base dell' arte di Bonomi. Tramite esso si entra nel gioco dei rimandi linguistici.
Nel momento in cui la raffigurazione del treno ci riconduce al mondo infantile, scopriamo un codice nuovo e successivo, rimarcato dalla lettura di fermate e stazioni; e, poi ancora, presane coscienza, l'artista ci riserva la sorpresa della possibilità di una scomposizione e ricostruzione dell' opera nei suoi elementi: tanto da rimettere tutto in discussione. Là dove ci presenta la composizione piacevole di un fiore sovradimensionato, ne svela la sua essenza: un insieme di parti di manufatti quotidianamente usati per dargli una vita illusoria e artificiale. In fondo, ciò che noi, quotidianamente, viviamo come natura.